TUTTI I COLORI DEL BIANCO

Dipingere uno spazio bianco dove nulla è disegnato:

questo è il più difficile compito della pittura.

Ike no Taiga

L’irraggiungibilità del bianco assoluto da un punto di vista pittorico trova riscontro allegorico nella cultura occidentale che lo associa a dimensioni ultraterrene. Il contributo di ogni artista in mostra è stato quindi eccezionalmente ambizioso ed impegnativo. “Tutti i colori del bianco” in Almach Art Gallery rappresenta un momento in cui la somma delle energie di ciascuna opera esposta avvicinerà lo spettatore alla percezione del bianco assoluto.

La fisica insegna che il colore bianco è la somma positiva di  rosso, giallo e blu.

Johann Wolfgang Goethe sosteneva tuttavia che i colori non potessero essere spiegati soltanto meccanicamente, bensì che dovessero trovare un riscontro anche nella poetica, nell’estetica e nella psicologia. Negli esercizi yoga visualizzare il bianco durante la meditazione è potente segno del raggiungimento di una connessione con il proprio sé superiore e dell’ingresso in una fase di risveglio spirituale..

 

Adam gabriel, olio su tela, 100×100

(a sinistra)

carin grudda, puntasecca, 125×95 (a destra)

 

da sinistra

Kyoji Nagatani, scultura in ceramica, 1984, 28 x 11 x 12 cm,

Anna Spagna, tecnica mista, 2021, 120 x 80

Corrado Ferrante, tecnica mista, 2023, 10 x 88 x 7 cm

 

Luciano Castellano

sensazioni

ceramica e bronzo – 1994 – 37 x 24 x 11 cm

Federico Lemoine – ceramiche (in primo piano).

Diversi artisti del Novecento hanno sviluppato delle riflessioni riguardo al suo significato simbolico. Per Kandinskij, “colpisce come un grande silenzio che sembra assoluto”, è un colore muto in cui il suono è ridotto al minimo.

Considerata l’importanza del Bianco nella storia dell’arte, Almach Art Gallery ha chiesto a 17 artisti, provenienti da Italia, Argentina, Colombia, Danimarca, Francia, Germania e Giappone, di interpretare questo colore tramite pittura, scultura, incisione e videoarte, ottenendo opere dove contrasti e associazioni ci aiutano a percepirne il significato..

Daniela Gullotta

Templum
tecnica mista su tela – 2023 – 90 x 70 cm

“Quadro bianco su fondo bianco” (1918) è altresì considerata l’opera d’arte maggiormente rappresentativa della ricerca geometrica di Kazimir Malevic. Il quadrato, che sembra muoversi all’interno della composizione, sfuma in una dimensione non percepibile con i sensi e il bianco diventa il luogo in cui l’artista raggiunge l’assoluto e l’energia pura del cosmo.

Augusta Bariona

Il Tempo

tecnica mista su tela – 2010 – 78 x 62 cm

Il pubblco di Almach Art Gallery apprezza sempre di più il nostro lavoro, che a fianco di quello classico di una galleria d’arte, promuove una continua ricerca verso le nuove tendenze e le nuove proposte, senza mai tralasciare il sostegno e la riscoperta dei grandi artisti del passato.

lucio perna

città assolute
t.m. su tela – 2019 -100 x 130 x 21 cm 

Anna Pennati

White series n. 1
tecnica mista su tela- 2023 – 50 x 50 cm

Anna Pennati - El Sueno

Salvador Aulestia

Ciudad Apotelesmatica
Ceramica smaltata – 1972 – 29 x 38 x 6 cm

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Artisti in mostra: Salvador Aulestia, Augusta Bariona, Luciano Castellano, Corrado Ferrante, Adam Gabriel, Daniela Gullotta, Carin Grudda, Frédéric Lemoine, Kyoji Nagatani, Elia Panori, Linda Pellegrini, Anna Pennati, Lucio Perna, Filippo Rossato, Rodolfo Sanchéz, Ariel Soulé, Anna Spagna.

Luca Temolo Dall'Igna

Kyoji Nagatani

Presente
ceramica – 1984 – 28 x 11 x 12 cm

Elia Panori

Mirrors
tecnica mista su tavola – 2023 – 60 x 60  cm

Adam Gabriel

senza titolo
olio su tela – 2023 – 100 x 100 cm

Rodolfo Sanchez

Ventanas
corian – 2023 – 32 x 25 x 25  cm

Carin Grudda

Barcaiola

puntasecca – A.P. – 2005 – 125 x 95 cm

Carin Grudda

In volo
bronzo – E.A.II/IV – 2017 – 55 x 40 x 15 cm

Ariel Soulé

La Visita
olio su tela – 2023 – 100 x 70 cm

Linda Pellegrini

Il tempo sospeso
tecnica mista su tela – 2023 – 80 x 60 cm

Nell’Italia degli anni Sessanta, Lucio Fontana  si lanciò verso l’infinito con i suoi tagli, espressione di una forte spiritualità, rappresentata per antonomasia della Sala Bianca della Biennale di Venezia del 1966.

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