CORRADO FERRANTE
FUORI DALL’ONDA

Critica di luca temolo dall’igna
Guardando i suoi occhi e alle prime parole scambiate ho subito percepito
lo spirito che infonde agli artisti la necessità creativa e che nei lunghi anni di attività lo ha spinto a lavorare continuamente, portando avanti un percorso coerente che nel tempo si è evoluto e raffinato.
Visitando il suo studio, accolto affettuosamente anche da sua moglie, che ancor oggi sostiene con amore l’uomo e l’artista, sono rimasto piacevolmente sorpreso dai suoi lavori, sinceri e sofferti, pensati, ma mai artificiali…insomma, opere vere. Uno studio ricolmo di opere, appese fino al soffitto, di diversi formati a creare un effetto mosaico inebriante. Colori perfettamente amalgamati, anche quelli caduti sul cavalletto, baciati da una luce brillante proveniente dall’ampia finestra, scaldano l’animo di ogni spettatore che ha la fortuna di entrarvi. Sono quindi lieto di aver potuto organizzare questa mostra che avrà sicuramente il gradimento dei nostri più attenti collezionisti.
Luca Temolo Dall’Igna
CORRADO FERRANTE
Corrado Ferrante è giovanissimo quando sceglie la pittura come via di fuga dalla realtà, come strada maestra verso l’evasione da una quotidianità fitta di imposizioni. Fin dalla più tenera età, infatti, si distingue per il temperamento
ribelle, dimostrandosi decisamente poco incline all’accettazione delle rigide regole comportamentali imposte sia dall’educazione familiare, sia dall’ambiente scolastico frequentato durante l’infanzia e l’adolescenza. Per anni, la professione di ingegnere del padre, esercitata a livello dirigenziale, porterà Ferrante e la sua famiglia a trasferirsi di città in città, a consolidare l’abitudine di cambiare regione, dalle Marche all’Abruzzo, fino a stabilirsi definitivamente a Milano dove frequenta il Politecnico e consegue la laurea in Architettura, ricalcando, almeno in parte, le orme paterne. Ma la pittura, a quel punto, per l’artista è già una rivelazione poiché, dagli anni del liceo, rappresenta il territorio della tanto agognata, quanto ormai irrinunciabile, libertà.
Sarah Lanzoni



Blu sul muro sotto un cielo di calce
72x76cm
tecnica mista su tavola – 1987

Senza titolo
46×39,5cm
tecnica mista su tavola – 1989
Parallelamente alle prime esperienze professionali, in qualità di aiuto
disegnatore nei cantieri diretti dal padre, continua a dipingere e agli esordi
come autodidatta, in cui si avvicina soprattutto ad Impressionismo e
Postimpressionismo, alterna corsi di disegno e di copia dal vero, attraverso i
quali sperimenta e consolida diverse tecniche artistiche.
Sarah lanzoni
sin dall’inizio
120×92,5cm
tecnica mista su tavola – 1991/1992
Negli anni approfondisce anche lo studio della storia dell’arte e, in particolare, si appassiona ai pittori che lui stesso ama definire “fuori dall’onda”, per lo “spirito di novità” che incarnano, tra i quali spiccano nomi di movimenti d’avanguardia
come i Fauves, gli espressionisti tedeschi, nonché testi di riferimento che costituiscono capisaldi e fonti d’ispirazione sempre attuali: i “Diari” di Paul Klee, per citarne soltanto uno tra tanti.
Sarah Lanzoni
assedio
120x85cm
tecnica mista su tavola – 2000


Nelle composizioni lo sguardo è attratto da un gioco di equilibri armoniosi
tra spazi pieni e vuoti, che obbligano il riguardante ad un’osservazione
dinamica di avvicinamento per poter cogliere le trame nascoste dell’opera.
Carte e cartoni sembrano, infatti, affiorare faticosamente tra pennellate dense di colore, così come gesso, stucco, colle particolari, polvere di carbone, lastre di ferro precedentemente esposte agli agenti atmosferici costituiscono alcuni tra i principali materiali di riciclo impiegati dall’artista, spesso derivati dai contesti lavorativi in cui operava in qualità di architetto.
Sarah lanzoni
L’ultima carta
68,5×48,5cm
tecnica mista su tavola – 2000
Alternanze di pieni e vuoti, di stesure piatte e increspate di materia cromatica, di colori vibranti e vitali che trovano un perfetto contrappeso in toni ribassati e più ombrosi, di forme irrazionali che si lasciano attraversare da sequenze,
apparentemente regolari, di moduli geometrici costituiscono la grammatica
essenziale nella ricerca di una verità intima e personale di Corrado Ferrante.
sarah lanzoni
senza titolo
65×48,5cm
tecnica mista su tavola – 1995

senza titolo
82x70cm
tecnica mista su tavola – 2008

senza titolo
80x67cm
tecnica mista su tavola – 2020
Ferrante da sempre è ammaliato dall’idea che ognuno di questi elementi porti con sé una propria storia, sia espressione di una vita precedente o sia entrato in contatto con mani diverse dalle sue. Alle parti consunte dei materiali, dovute all’agire irresistibile della Natura e del Tempo, sovrappone – concettualmente e concretamente – i segni dell’intervento umano dell’artista, prediligendo la resistente tavola in legno di pioppo di grandi dimensioni, quale supporto ideale
per sostenere i gesti energici di una pittura materica, rispetto alla più delicata e leggera tela, utilizzata fino all’inizio degli anni Sessanta, nella fase giovanile della sua produzione artistica.

senza titolo
70x50cm
tecnica mista su carta – 2004

senza titolo
70x50cm
tecnica mista su carta – 2005

Senza titolo
70x50cm
tecnica mista su carta – 2007

Ferrante è attratto da elementi indefiniti, connessi alla memoria personale, che include nel processo creativo con l’appellativo di “sugheri”. Provenienti dal subconscio, da quel mondo interiore, sommerso e privato di ogni individuo, nel tempo sono destinati ad affiorare in superficie, a venire a galla. L’artista si riferisce ai cosiddetti sugheri, in particolare, quando impiega alcuni tra i materiali che più lo affascinano, come lenzuola e tessuti riciclati, che prima taglia e poi ricuce, conferendo loro vita e significato nuovi attraverso l’opera. Si rivelano connessi al ricordo della madre, sarta autodidatta esperta, in grado di cucire e confezionare abiti per lui e per il resto della famiglia.
la madre terra
107x90cm tecnica mista su tavola – 2018
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