candida

ferrari

“segrete trasparenze”

dal 6 maggio al 6 giugno 2021

curated by

Stefania Provinciali and

Luca Temolo Dall’Igna

le opere

Esposte una quindicina di opere realizzate dall’artista negli ultimi venti anni, espressione di una ricerca sui materiali e sulla luce. La luce insieme ai materiali, acetati e plexiglass, strati di fogli cangianti, fatti d’oro e d’argento, ma anche combinazioni di pvc, gomma, rame, bitume, spesso attraversati da “brani” di colore, sovrapposti così da creare effetti visivi inaspettati, sono il fondamento, nella loro assoluta unicità, di ogni quadro, ogni installazione, ogni libro d’artista.

(Stefania Provinciali)

 

l’artista

Come artista ha sempre vissuto nel futuro, realizzando dipinti ed utilizzando materiali che oggi sono considerati all’avanguardia, ma che lei elabora fin dai suoi esordi. Si parla spesso, e giustamente, di trasparenze delle plastiche, dei plexiglass e dei fogli di acetato. I suoi lavori vanno però visti con palato fine, percependo anche le ombre che si creano dalle sovrapposizioni e dalle pieghe, ma soprattutto assaporando i quasi invisibili segni che si creano sulla superficie, sapientemente dipinta ed elaborata. Ecco che allora si sviluppano una miriade di colori in un arcobaleno cangiante in base all’angolo dello sguardo.

(Luca Temolo Dall’Igna)

 

Segrete trasparenze op.1
“segrete trasparenze op.1” 2020 – acrilico su acetato e bitume su fogli cangianti, 130x200cm

Nata a Parma, Candida Ferrari, fin dagli anni della sua formazione accademica, instaura un profondo rapporto con Milano.
Allieva di Guido Ballo si avvicina all’opera di Atanasio Soldati sul quale svolge la tesi.
Negli anni ‘70 aderisce ai movimenti di arte concettuale e cinetica dell’area milanese, proponendo il suo pensiero nel panorama culturale di Parma, città molto viva in quegli anni fra teatri di ricerca e gallerie attente ai nuovi passaggi artistici.
Inizia poi la sua ricerca sulle materie plastiche, sopratutto il plexiglas trasparente, proseguita nel tempo, uscendo inoltre dagli ambienti interni per inserirsi con istallazioni di luce negli spazi urbani e nel paesaggio.

Estraniata dalla tela e proiettata in ambienti urbani caratterizzati storicamente, come lo stadio di Domiziano a Roma e la Chiesa della Steccata a Parma, la luce d’arte di Candida Ferrari è la possibilità per cogliere l’oltre o l’invisibile del luogo attraverso l’immaterialità del media. Questa luce sorge dall’estensione del bianco in un percorso verso la centralità del pensiero. Da quest’ultima configurazione creativa l’artista elabora il passaggio pittorico verso un’affermazione di presenza nelle differenti condizioni luministiche.

“Foglio su foglio” 2015 – acetato, acrilico e plexiglass su foglio nero 130x90cm
“accordi di luce”
85x105cm
acrilico su acetato, 2019
“la misura del tempo”
128x120cm
acrilico, bitume su acetato, 2020
“cangiante”
72x102cm
Bitume e acetato su foglio cangiante, 2013

La storia di Candida Ferrari è racchiusa nella pericolosa relazione tra luce, materia-colore, spazio e segno: un percorso testimoniato da opere e mostre come “Struttura e Psicologia della gestalt in Candida Ferrari” a cura di Arturo Carlo Quintavalle; “Trasparenze” 1985, Palazzo dei Diamanti (Ferrara) a cura di Franco Farina e Roberto Tassi; come a Sant’Ilario (Reggio Emilia) ‘87 a cura di Claudio Cerritelli; “In-out” ‘91 a Parma (galleria Mazzocchi) a cura di Luciano Caramel; “Immaginaria 92” (2° premio) a Palazzo Durini a cura di Achille Bonito Oliva e Daniela Palazzoli; Milano (1993) a cura di Walter Guadagnini; e come Il Monumento ai caduti per il comune di Vianino, Parma, Roma e New York a Ginevra; e successivamente in “Stati del Bianco a Roma e a Taormina”; Milano nella Galleria Maria Cilena; Roma in “Accordi di luce”, a cura di Vittoria Biasi, presso lo Stadio di Domiziano; poi Londra, Osaka e Hong Kong, Salò, Mantova, Firenze, Roma, Milano, a Parma nella Galleria San Ludovico, a cura di Giorgio Bonomi.

“luce trasparente”
91x47x15cm
plexiglas trasparente di scarto, 2020
“la luce della leggerezza”
300×3,5cm cad.
verghe di plexiglas dipinto, 2011

La ricerca è estremamente rigorosa, aperta ad un fare manuale che va oltre la consistenza della materia per aprirsi al gioco della libera interpretazione, alla piacevolezza del guardare e cercare dentro le pieghe della composizione, un colore, forse, certamente la luce che cambia, modifica la percezione, come la spada che mentre trafigge, anche solo idealmente, entra nelle pieghe dell’essere, dell’opera, e ne estrae la bellezza, il significato.

“cose ritrovate”
30x8x23cm
plastica di scarto e acetato, 2020
segrete trasparenze, op.2
120x170cm
acrilico, acetato, bitume su fogli metallici, 2020
{

Ho conosciuto Candida Ferrari, grazie ad una cara amica comune, Anna Spagna, durante la ri-presentazione di una mostra avvenuta anni addietro e fin da subito, come mi succede quando devo collocare un’opera d’arte tra le altre di un allestimento, ho percepito sintonia di pensiero ed immediatamente ho collocato una sua mostra tra quelle che avrei desiderato fare.

Luca Temolo Dall'Igna

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